Meteo: 10 giorni di PIOGGE, pioverà tanto in queste regioni
Meteo: ancora un incubo le prossime settimane, verso l’Estate
Come ridurre l’isola di calore nel centro storico di Roma
Come il clima è cambiato dalla comparsa dell’uomo sulla Terra
Meteo e cambiamenti climatici: l’isola di calore urbano del futuro
Italia, preparati! Ondata di CALDO AFRICANO dal 19 Maggio: PICCHI oltre i 35°C al Sud
Estate 2025, l’assenza del FLUSSO AFRICANO, ecco il responsabile
Maggio compromesso, ma c’è una data dove il meteo diventa stabile

Un’Italia sotto le nuvole: ecco perché il bel tempo non arriva
Chi si chiedeva quando sarebbe finalmente arrivata la primavera, quella vera, con sole stabile, temperature miti e giornate serene, dovrà ancora pazientare. Il Meteo dei prossimi dieci giorni continua a delineare un quadro tutt’altro che rassicurante per gran parte della Penisola Italiana. Non si tratterà di una situazione dominata da piogge continue e cielo grigio senza sosta, ma sarà comunque un periodo caratterizzato da instabilità diffusa, con frequenti occasioni per rovesci, temporali pomeridiani e precipitazioni sparse.
La situazione non è nuova per questa primavera 2025, che si sta rivelando una delle più instabili e bizzarre degli ultimi anni, e che sembra voler sfidare la pazienza di chi aspetta il ritorno della bella stagione.
La palude barica che intrappola l’Italia
Il responsabile di questo contesto atmosferico è ancora una volta il quadro barico statico. Un campo di alta pressione molto solido continua a occupare le regioni occidentali del continente, tra Atlantico, Spagna e Francia occidentale, ma non riesce a espandersi verso l’Italia. Di conseguenza, il nostro Paese resta intrappolato in una cosiddetta palude barica, una zona senza forti spinte anticicloniche né decise azioni depressionarie, dove però si inseriscono con facilità gocce fredde e fronti ...
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[caption id="attachment_318933" align="aligncenter" width="1280"] Temporali estivi una costante[/caption]
Stiamo entrando nella seconda metà di Maggio, e con l'approssimarsi dell'Estate, il Nord Italia, compresa la Pianura Padana, entra in una fase climatica critica dal punto di vista meteo. In questo periodo, che si estende fino alla fine di Agosto, le condizioni atmosferiche diventano spesso favorevoli allo sviluppo di fenomeni meteo estremi, soprattutto sotto forma di temporali intensi e a volte devastanti.
Dinamiche atmosferiche e formazione dei temporali
Alla base di questi eventi ci sono meccanismi ben precisi. L’aria calda e umida, tipica delle ore più calde del giorno, si accumula nei bassi strati dell’atmosfera. Quando questa incontra correnti più fresche che discendono dai rilievi alpini, si innesca un violento processo di sollevamento dell’aria calda. Il vapore acqueo condensa rapidamente formando nubi ad elevato sviluppo verticale, come i cumulonembi, che in determinate condizioni possono trasformarsi in supercelle, strutture temporalesche complesse e particolarmente aggressive.
Giugno rappresenta storicamente il mese più propenso a questi episodi, ma anche Luglio, nonostante la parziale stabilizzazione atmosferica portata dall’Anticiclone africano, negli ultimi anni ha visto il ritorno di temporali improvvisi e distruttivi. Verso Agosto, l’anticiclone inizia a indebolirsi, consentendo un nuovo aumento dell’instabilità, fenomeno che può proseguire fino a Settembre e addirittura alla ...
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Roma, capitale storica e culturale d’Europa, è anche una delle città italiane più vulnerabili al fenomeno dell’isola di calore urbana. Secondo i dati dell’ISPRA e dell’ENEA, nei mesi estivi la temperatura minima notturna in centro può superare quella delle zone rurali di oltre 5°C, in alcuni casi anche 6-7°C, specialmente in presenza dell’anticiclone africano e in assenza di ventilazione notturna.
Questa condizione è accentuata da diversi fattori:
Alta densità edilizia con edifici storici in pietra o intonaco che assorbono e rilasciano lentamente calore.
Assenza quasi totale di vegetazione in alcune zone del centro, come Trastevere, Campo de’ Fiori o Via del Corso.
Vincoli paesaggistici e archeologici che rendono molto difficile l’intervento strutturale, anche per progetti di piantumazione.
Le zone più calde della città
Secondo il progetto “Roma Resiliente” promosso dal Comune in collaborazione con il CNR e La Sapienza, le aree più soggette a effetto UHI sono:
Centro storico: temperatura media estiva aumentata di +3,2°C dal 1990.
Esquilino, San Giovanni, Testaccio: differenza con le zone verdi di Villa Pamphili o Villa Ada fino a 5°C.
Tor Bella Monaca e Laurentino 38: quartieri periferici con forte urbanizzazione ma scarsa copertura vegetale.
Fonte: CNR – Progetto UHI Roma.
Strategie climatiche compatibili con il patrimonio storico
Verde urbano “leggero” ...
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L’instabilità climatica dall’origine dell’uomo a oggi
Fin dalla comparsa dell’uomo sulla Terra, il clima ha subito trasformazioni profonde, alternate tra fasi fredde e più miti, in un continuo equilibrio instabile. Le variazioni climatiche hanno influenzato migrazioni, evoluzioni culturali e la stessa sopravvivenza della specie umana. L’Homo sapiens, comparso circa 300.000 anni fa in Africa, ha vissuto un contesto climatico estremamente dinamico, modellato da fattori astronomici, geologici e atmosferici.
L’ultima glaciazione e il contesto dell’Homo sapiens
Nel momento in cui l’Homo sapiens emerge nel continente africano, il pianeta si trovava all’interno del Pleistocene, una fase climatica dominata da cicli glaciali e interglaciali. Il clima era soggetto a oscillazioni regolari, causate da variazioni orbitali (i cosiddetti cicli di Milanković), che regolavano la quantità di radiazione solare ricevuta dalla Terra.
Durante il Pleistocene superiore, tra circa 126.000 e 11.700 anni fa, si verificò l’ultima grande glaciazione, chiamata anche Glaciazione di Würm in Europa o Wisconsiniana in Nord America. In questa fase:
Grandi masse glaciali ricoprivano il Nord Europa, il Canada e parte dell’Asia.
Il livello dei mari era anche 120 metri più basso rispetto a oggi.
L’uomo viveva in piccole comunità nomadi, adattandosi a un clima rigido e instabile.
L’Olocene: il periodo interglaciale dell’umanità moderna
Con la fine dell’ultima ...
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Il fenomeno dell'isola di calore urbano, già oggi una delle principali cause di stress termico nelle grandi città, si sta rapidamente aggravando a causa delle modifiche ambientali indotte dal cambiamento climatico globale. Secondo i più recenti studi internazionali, tra cui i report del World Meteorological Organization (WMO) e dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), l'effetto combinato tra urbanizzazione incontrollata e riscaldamento globale porterà a una vera e propria esplosione delle notti tropicali nelle aree urbane.
Meteo urbano e riscaldamento globale
Con l'aumento delle temperature medie globali previsto dai modelli climatici – circa +2 °C entro la metà del secolo anche nello scenario più ottimistico – il numero di giornate e soprattutto di notti calde nelle città europee è destinato a raddoppiare o triplicare.
Secondo il WMO State of the Global Climate 2023, le aree urbane subiranno una crescita delle temperature fino a 7 °C superiore rispetto alle zone rurali circostanti, soprattutto durante le ore notturne, a causa dell’accumulo e rilascio differito di calore da parte di asfalto, cemento e vetro.
Le città di Roma, Milano, Torino, così come Parigi, Madrid, Atene e New York, si troveranno ad affrontare ondate di calore più lunghe, più intense e con temperature minime sempre più elevate, rendendo necessaria ...
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Analisi Approfondita delle Prospettive Meteo: Dopo una Primavera Eccezionalmente Dinamica, i Modelli Internazionali Convergono su una Possibile Precoce Ondata di Calore. Esaminiamo Cosa Significa per le Diverse Regioni Italiane e Quanto Durerà Questo Assaggio d'Estate.
L'Italia meteorologica è in fermento. Dopo settimane caratterizzate da un'altalena di condizioni, tipiche di una primavera particolarmente vivace e a tratti capricciosa, gli occhi degli esperti e degli appassionati sono puntati sulla terza decade di maggio 2025. Le più recenti elaborazioni dei principali centri di calcolo internazionali suggeriscono con crescente insistenza una potenziale, significativa svolta verso condizioni climatiche decisamente più estive. La data indiziata per questo cambio di scenario è quella del 19-20 maggio, quando una vasta area di alta pressione di origine subtropicale africana potrebbe iniziare a interessare il bacino del Mediterraneo e, con esso, la nostra penisola.
Un Contesto Primaverile Insolitamente Instabile: Cosa Abbiamo Vissuto Finora
È fondamentale, per comprendere la portata del cambiamento atteso, analizzare il contesto da cui proveniamo. La primavera 2025 si è distinta per un dinamismo atmosferico notevole. Flussi atlantici perturbati si sono alternati a brevi rimonte anticicloniche, ma una persistente configurazione ciclonica sull'Europa ha spesso pilotato fronti instabili verso l'Italia.
Questo si è tradotto in un susseguirsi di fasi soleggiate e altre ...
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Cos’è l’ITCZ e perché influenza anche il clima italiano
Nel panorama delle grandi dinamiche atmosferiche che modellano il clima globale, una delle meno conosciute — ma tra le più decisive — è l’ITCZ, ovvero la Zona di Convergenza Intertropicale (Intertropical Convergence Zone). Si tratta di una fascia atmosferica mobile, che si estende in prossimità dell’Equatore, dove si incontrano gli alisei dell’emisfero nord e sud, generando una vasta area di bassa pressione ricchissima di attività convettiva e temporali tropicali.
Questa regione, che può sembrare distante e irrilevante per l’Italia o per l’Europa, in realtà condiziona fortemente l’assetto stagionale del continente africano e, a catena, l’espansione verso nord dell’anticiclone africano. Quando l’ITCZ si sposta verso nord con l’avanzare della stagione calda, trascina con sé anche l’aria calda sahariana, influenzando direttamente il Meteo del Mediterraneo.
Primavera ed estate: il viaggio dell’ITCZ verso nord
Il movimento stagionale dell’ITCZ è regolato principalmente dalla radiazione solare. Durante l’equinozio di primavera, la fascia di convergenza inizia a salire verso nord, seguendo il percorso del sole. Questo spostamento è fondamentale per l’innesco del monsone africano, quel complesso sistema di venti e precipitazioni che determina il clima estivo dell’Africa occidentale e, indirettamente, la posizione dell’alta pressione sahariana.
Quando tutto procede secondo norma, l’ITCZ raggiunge ...
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Il mese di Maggio sta mostrando il suo volto più incerto e dinamico. Nessuna fase meteo calda da giorni e tempo che continuerà a essere capriccioso. Dopo un avvio turbolento e accompagnato da piogge, temporali e temperature altalenanti, la situazione atmosferica non accenna a cambiare in modo definitivo. L’instabilità meteorologica continuerà a caratterizzare il panorama climatico della Penisola, con momenti più tranquilli seguiti da nuovi peggioramenti.
Nei prossimi giorni, lo scenario non vedrà l’affermazione decisa di un Anticiclone, motivo per cui sarà difficile assistere a un innalzamento duraturo delle temperature. Il clima, infatti, resterà su livelli termici pienamente primaverili, in alcuni casi persino inferiori rispetto alle medie stagionali. Le oscillazioni meteorologiche continueranno a tenere banco almeno per i prossimi dieci giorni, mantenendo uno sfondo climatico tutt’altro che stabile.
Alta Pressione debole e correnti fresche orientali
La situazione barica a livello europeo è tutt’altro che favorevole alla stabilità. L’Alta Pressione, che dovrebbe solitamente stabilire la sua presenza sul Bacino del Mediterraneo in questo periodo dell’anno, si sta invece spingendo verso le regioni settentrionali dell’Europa in maniera anomala. Questo allungamento verso nord consente, lungo il suo margine orientale, l’ingresso continuo di masse d’aria più fresche provenienti dai quadranti nord-orientali.
Queste correnti fresche, sospinte da un flusso ...
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